Castello di Gropparello
Nell'Ottavo secolo la zona, con l'eccezione della località di Sariano, passa sotto il controllo del Monastero di Val Tolla, la storia di Gropparello è strettamente legata a quella del castello che si trova all'entrata del paese e che nel 780 fu donato alla chiesa piacentina da Carlo Magno. Il castello è poi citato in un documento dell'840 come appartenente al vescovo di Piacenza Seufredo II. Nel 1014 l'imperatore del Sacro Romano Impero Enrico II il Santo cedette al monastero di Val Tolla anche la zona di Sariano.
Nel 1255 il castello fu distrutto da parte dell'esercito ghibellino agli ordini di Oberto II Pallavicino per essere poi immediatamente ricostruito, nonostante i ripetuti tentativi dello stesso Pallavicino di espugnarlo per una seconda volta. Il castello cambiò proprietà attorno al 1300 quando il vescovo di Piacenza Filippo Fulgosio lo lasciò ai suoi eredi, i quali si ritirarono a Gropparello nel 1335 dopo aver abbandonato la città.
Nel 1464 il Duca di Milano Francesco Sforza cedette il castello a Galeazzo Campofregoso, togliendolo quindi dalle disponibilità dei Fulgosio. In seguito i cambi di proprietà furono molteplici: tra i proprietari più importanti si ricorda la famiglia Anguissola che tenne il fortilizio per due secoli.
Nel 1832 il territorio della Val Riglio sulla sponda destra del torrente, fino a quel momento legato prevalentemente alla Val Nure e alla famiglia Nicelli si unì ai territori della Val Vezzeno e della Val Chero dando origine al primo nucleo amministrativo del comune di Gropparello. Nel 1869 il castello passò nelle mani del conte Ludovico Marazzani Visconti che lo fece restaurare completamente.
La chiesa vecchia di Gropparello
L’antica Pieve di Santa Maria Assunta in Cagnano, oggi detta Chiesa Vecchia, ha rappresentato, con i suoi 6 altari laterali, dall’800 al 1.500 il centro di evangelizzazione di tutto il territorio. Fungeva da soggiorno vescovile e da lì si partiva per il servizio nelle Chiese che stavano sorgendo nelle alte valli del Riglio e Chero.
Dal 1500, con l’autonomia delle Parrocchie, la pieve perde via via d’importanza fino a giungere alla fine del 1800 quando se ne decreta la definitiva rovina e si decide di edificare la nuova Chiesa in stile neogotico (1925) nell’abitato di Gropparello. Attualmente, con destinazione diversa, è di proprietà dell’Opera Pia Madonna della Bomba.
Santa Maria Assunta
La chiesa di Santa Maria Assunta sorge in località Gropparello con orientazione Est-Ovest, preceduta da un ampio sagrato cui si accede da una scalinata in pietra di otto gradini. La facciata monumentale, neogotica, in mattoni a vista è a salienti, monocuspidata, tripartita da robusti contrafforti centrali a tutta altezza, decorati nella parte alta da una cornice in mattoni, disposti a triangolo e formelle tonde in ceramica. La parte centrale presenta un alto arco a tutto sesto strombato che inquadra il finestrone centrale a tutto sesto e il portale maggiore, a luce rettangolare, centinato ad arco a tutto sesto su pilastrini dorici. Al centro del finestrone una croce in pietra con Cristo Trionfante. Al di sopra dell'arco centrale una decorazione con formelle tonde in ceramica disposte a croce e archetti pensili. I rampanti della cuspide centrale e delle ali presentano una cornice in cotto dentellata. Nelle ali archi a tutto sesto inquadrano finestroni orbicolari centrali e i portali feriali a luce rettangolare centinati ad arco a tutto sesto. Nelle lunette, al di sopra dei portali gli affreschi di Cristo, sopra quello maggiore, di Angeli sopra quelli feriali. Sui fronti laterali, in mattoni a vista, lesene laterali scandiscono le campate interne, al cui centro si aprono alte monofore a tutto sesto. Il campanile sorge isolato sulla destra della chiesa. In mattoni a vista, in stile neogotico, nella parte bassa presenta facciate monocuspidate sui quattro. In quello ad Est si apre un portale centinato con arco a tutto sesto. I fronti sono decorati con lesene in aggetto. La cella campanaria è aperta sui quattro lati da bifore a tuto sesto, inquadrate all'interno di archi a tutto sesto con rosone centrale. La cella è coronata da cuspidi sui quattro lati ed è coperta da tetto a guglia piramidale, ottagonale, in cemento.
La leggenda del Piplon (Pipa Nason)
Un giorno Piplon, diavolo sciocco, si innamorò di una bella fanciulla di nome Gesandra, ma la giovane non voleva saperne di lui. Per ingannarla, quindi, si travestì da cavaliere e cercò la collaborazione di frate Gesualdo, un religioso del luogo, affinchè intercedesse per lui. Ma il frate non si lasciò irretire e lo ingannò a sua volta. Gli disse di ripassare dopo una settimana e scolpì una roccia a propria somiglianza; ritornato il diavolo, frate Gesualdo lo convinse che la fanciulla lo avrebbe sposato solo se egli l'avesse aspettata, immobile, in quel luogo per sette anni, sette mesi e sette giorni e si offrì di rimanere con lui nell'attesa. Passarono i mesi e poi gli anni e Piplon si addormentò, lasciando, incurante, che la sabbia trasportata dal vento lo ricoprisse e lo trasformasse nella roccia che ancora oggi si vede sulla via per Castellana.